Il Mezzogiorno nella nuova geografia europea delle disuguaglianze

Il Mezzogiorno nella nuova geografia europea delle disuguaglianze

La riapertura del divario riguarda soprattutto i consumi

“Come nel 2016 e nel 2017, anche nel 2018 la crescita del prodotto nel Mezzogiorno è risultata inferiore al resto del Paese, con un ulteriore allargamento del gap di reddito e benessere tra le due aree. Nel 2018 il Sud ha fatto registrare una crescita del PIL appena del +0,6%, rispetto al +1% del 2017. Il dato che emerge è di una ripresa debole, in cui peraltro si allargano i divari di sviluppo tra le aree del Paese. Con la significativa eccezione del 2015, anno segnato da fattori congiunturali positivi e dalla chiusura del ciclo dei fondi europei che ha determinato una modesta ripresa dell’investimento pubblico nell’area, anche nel 2016 e nel 2017 il gap di crescita del Mezzogiorno è stato ampio”.

“In un’Italia, che è tra i paesi più vecchi al mondo, il Mezzogiorno si trova ad affrontare una delle crisi demografiche più profonde e durature tra i paesi del mondo occidentale. Nel corso dei prossimi 50 anni il Sud perderà 5 milioni di residenti e, soprattutto, gran parte delle sue forze generatrici e produttive: -1,2 milioni di giovani e -5,3 milioni di persone in età da lavoro A fronte di un Centro-Nord che, invece, dovrebbe contenere le perdite a 1,5 milioni di residenti. Nel Mezzogiorno, inoltre, sarà decisamente più debole il contributo delle nuove nascite e delle immigrazioni. La conseguenza è il drastico e preoccupante ridimensionamento demografico del Sud, associato all’insostenibile invecchiamento della popolazione, il più alto in Italia e nell’UE.”

SINTESI DEL RAPPORTO 2019 (Pdf) 

Video della Presentazione del Rapporto 2019 presso la Camera dei Deputati

SLIDES DELLA PRESENTAZIONE